Concessionarie auto riaccendono in motori: futuro e prospettive

Tra le attività commerciali autorizzate a riaprire a maggio erano previste le concessionarie auto. Un notizia molto attesa dagli operatori del settore, che già a marzo aveva segnato un drastico calo pari all’85% di immatricolazioni in meno rispetto al 2019.
I concessionari umbri, nonostante il periodo non facile avevano anticipato la chiusura per tutelare la salute dei collaboratori e hanno dimostrato la loro generosità contribuendo ad aiutare le strutture ospedaliere garantendo l’assistenza ai mezzi di soccorso impiegati nell’emergenza.

Abbiamo ascoltato tre importanti player della regione che hanno “riacceso i motori” per avere le loro impressioni e raccogliere il sentiment post lockdown.

Fotinì Giustozzi, Autocentri Giustozzi (Porsche, Audi, Volkswagen, Skoda)
“In passato il settore automobilistico ha affrontato numerose crisi, ma sappiamo che dietro ogni crisi si celano grandi opportunità.
Opportunità di cambiare e rimetterci in gioco in modo diverso, opportunità per una nuova creatività. 
Il nostro mondo, quello dell’automotive, saprà coglierle nel miglior modo possibile e metterle in atto come già da giorni stiamo facendo, reinventando un nuovo approccio alla vendita, sicuramente esperienziale, ma con meno contatto fisico e sfruttando sempre di più tecnologie e sistemi innovativi di visualizzazione dell’auto e di offerta di servizi.
Solo una cosa non potrà mai cambiare,  la professionalità dei nostri consulenti alla vendita, preparati come sempre al cambiamento, fattore che sarà ancor più indispensabile nel guidare e supportare le scelte dei nuovi consumatori Post-Covid.
I veicoli del futuro si caratterizzeranno per una maggiore complessità a livello costruttivo e i consumatori saranno più attenti anche all’infotainment. Auto connesse in grado di concedere spazio ad alleanze con i colossi di Mountain View e Palo Alto. Il mercato prediligerà sempre più un’offerta basata sul fattore “innovazione e tecnologia”abbinata alla qualità dell’assistenza e dei servizi connessi.
Inoltre c’è da considerare che l’auto rappresenta il modo più sicuro per spostarsi mantenendo il giusto distanziamento.
Tanti gli incentivi e le campagne promozionali avviate da quasi ogni brand  per mettersi subito alla guida senza gravare nell’immediato sul portafogli del consumatore.”

Ettore Pedini, Centralcar (Kia, Citroen, Jeep)
“Riprenderemo il nostro cammino fatto di impegni e sacrifici. Ormai sappiamo di poter contare su poco o niente dei tanti aiuti miliardari promessi dal Governo. La classe politica è fatta da uomini del chiacchierare o del promettere senza mantenere. Noi siamo uomini concreti, persone dedite al lavoro e ai sacrifici.
Con tante ferite e sofferenze, ma ce la faremo anche questa volta: siamo imprenditori, gente con una marcia in più!
Le persone con “una marcia in più” danno un fastidio incredibile a coloro che a malapena da soli riescono a viaggiare in “prima”. Le persone con una marcia in più non sono così perché gli è stato regalato qualcosa in più, loro in più hanno solo la voglia di farcela.

Hanno sicurezza e volontà, valori e principi. Non hanno paura di perdere, di mettersi in gioco, di cadere e nemmeno di farsi male o ferirsi a morte. Si rialzano sempre e spesso senza l’aiuto di nessuno ed è proprio questo particolare a fare di loro persone “diverse”. Diverse dentro!”

Luca Ambrosi, Gruppo Ambrosi (Volvo, Jaguar, Land Rover, Subaru)
“Per quanto concerne il mercato avremo una contrazione del 30%  per il 2020, nella migliore delle ipotesi, e cioè quella della fine della pandemia durante l’estate.
Se ci dovesse essere una ricaduta e nuove chiusure si arriverebbe al -50/60%.
Occorre sicuramente ottimismo, ma purtroppo anche realismo.

Perdite di fatturato superiori al 30% sono assorbibili solo da una piccola parte di aziende del settore, le cosiddette eccellenze, che comunque porterebbero i bilanci in pareggio o quasi.
Per tutte le altre ci saranno perdite importanti, da ripianare con riserve o con nuova finanza, che però, a differenza di quanto detto e pubblicizzato dal Governo, le banche non hanno la minima intenzione di dare credito, se non a chi ha certezza di solvibilità.
Sulle scelte del Governo vedo molta confusione e scelte sbagliate. La crisi dovrebbe essere sfruttata per fare quello che da anni è stato promesso e rimandato, cioè un abbassamento della pressione fiscale sulle auto e un adeguamento agli altri Paesi Europei per quanto riguarda recupero iva e costi vettura.
Inoltre abbiamo il parco circolante più anziano d’Europa. Servirebbe un piccolo incentivo per far rottamare auto euro 0,1,2,3,4 a fronte di acquisti di auto euro 6, anche usate.
Invece, per correre dietro alle ideologie, vengono messi migliaia di euro di contributi su auto elettriche, che hanno un costo medio di 40/50mila euro e rappresentano solo l’1-2% del mercato. Praticamente viene fatto un regalo ad un notaio di Roma che si compra l’elettrico risparmiando 6.000 euro, e si penalizza l’operaio che fa 100 km al giorno per andare al lavoro con una vecchia Euro 2, e non ha nessun incentivo per comprarsi un buon usato.
In un mercato in forte calo, comunque ci sarà enorme differenza tra chi riuscirà a captare i cambiamenti dei consumatori negli acquisti, prevalentemente in quelli online, e chi non riuscirà a competere nel nuovo mercato”.