Donatella Tesei: “L’Umbria sta lavorando con l’intento di trasformare la profonda crisi che stiamo attraversando in una vera opportunità di crescita”

Oggi è impossibile, fino al punto tale che sembra superfluo sottolinearlo, parlare di economia senza dover fare i conti con la pandemia.
Un evento straordinario che somma l’emergenza sanitaria, che stiamo ancora vivendo, con quella economica.
L’attuale sfida, nazionale ed internazionale, consiste nel riuscire a far coesistere le predominanti esigenze di salvaguardia della salute con una tutela del sistema economico, limitando ed integrando le perdite anche grazie a misure europee, nazionali e regionali, e poi, una volta superata la fase acuta del virus, riuscire a rimettere in moto il sistema economico in maniera più rapida possibile.
Quando la tempesta Covid si è abbattuta sull’Umbria, già da anni la regione registrava un Pil tra i peggiori d’Italia, con un reddito da lavoro dipendente tra i più bassi del Paese.
Appare però inutile, in questa fase, guardare al passato. Ora si devono individuare, proteggere e rilanciare i pilastri economici che vanno dall’artigianato, all’agricoltura, passando per le capacità della nostra manifattura, per il distretto aerospazionale e quello del cashmere, per le eccellenze imprenditoriali internazionali nei settori più disparati, senza dimenticare il turismo, l’enograstronomia, la forza della cooperazione.
Da un lato dovremo ripensare il paradigma economico, sociale e ambientale, così come l’attuale situazione ci impone di fare. Dall’atro, per potenziare le nostre produzioni e per diventare terra attrattiva nei confronti di chi vorrebbe fare impresa in Umbria, è necessario creare un terreno fertile.
E quella fertilità è data dalle infrastrutture materiali (strade, collegamenti ferroviari ed aerei) ed immateriali (la sfida del digitale). Ed è proprio qui che dovremo essere in grado di intercettare, grazie a progetti ambiziosi ma realizzabili, i fondi che arrivano anche attraverso il recovery fund, soprattutto se le Regioni riusciranno ad ottenere di poter gestire direttamente parte di quelle risorse.
L’Umbria sta lavorando in questa direzione con l’intento di trasformare la profonda crisi che stiamo attraversando in una vera opportunità di crescita.

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