Alessandro Belli – Kimia SpA
Da piccolo pensavo di fare il muratore, ora costruisco valore restituendo luoghi alla comunità.
Racconta che da piccolo, mentre guardava alcuni muratori che stavano costruendo un palazzo di fronte a quello in cui abitava, si mise a parlare con loro dicendo che anche lui avrebbe fatto il muratore. Questa è la cosa che più lo avvicinava a Kimia quando ancora non esisteva.
Per il resto, come tanti bambini, Alessandro Belli segnava di fare l’astronauta o il pilota, prospettive che svaniscono con la maggiore età, quando ha capito che la sua vita sarebbe stata all’interno di un’impresa.
Non una qualunque, piuttosto un’azienda che dà nuova vita a ciò che sembrava perduto. Così è nata Kimia: non per costruire da zero, ma per recuperare l’esistente e proteggerlo, dal punto di vista quantitativo ma anche storico – culturale. Tutto questo sarebbe impossibile senza la qualità dei prodotti, l’elevata professionalità dei collaboratori e la grande esperienza acquisita nel rinforzo strutturale e nell’ingegneria sismica, ambiti in cui l’Umbria, per la sua storia segnata da tanti eventi sismici, ha spinto le aziende a sviluppare professionalità avanzate e soluzioni innovative.
Le scelte importanti non sono mai state segnate da crisi particolari, piuttosto dettate dalle esigenze, spesso guidate dall’istinto. Per l’esattezza: “Parto dall’istinto, passo alla ragione che mi mette di fronte a più ipotesi, torno ancora all’istinto che, andando oltre i numeri, mi aiuta a scegliere tra quelle ipotesi la più giusta”.
In Umbria, tra paesaggi e architetture carichi di storia, si impara che ogni segno ha un valore. Kimia ha lasciato la sua impronta su tanti di questi segni, ad esempio riportando alle loro funzioni originarie tutte le Fontane giubilari di Roma o, all’estero, formando restauratori per la salvaguardia del sito di Petra. Forse l’intervento più prezioso che andrà oltre la vita lavorativa di Alessandro è il rinforzo della Basilica di Santa Maria degli Angeli: “Me ne sono reso conto la prima volta che sono andato a visitare il cantiere – racconta – perché ho realizzato che lì si sono sposati i miei genitori. E’ emozionante l’idea di aver contribuito a rinforzare un luogo così importante, al quale sono legati memorie, ricordi e affetti di tante persone”.
Con pragmatismo umbro, cultura della cura e istinto imprenditoriale: così Alessandro, che da piccolo voleva costruire con le mani, oggi crea valore restituendo luoghi alla comunità.
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