Conosciamo il passato? Viviamo il presente? Immaginiamo il futuro?

Sono tre interrogativi che “ruotano” attorno alla vita delle imprese. Ci sono imprese che vivono di solo passato: i loro successi e le loro storytelling costituiscono la base delle loro convinzioni e delle loro barriere al cambiamento – commenta Luca Ferrucci, Professore dell’Università degli studi di Perugia.
Ci sono imprese che vivono di solo presente:
“Primum vivere deinde philosophari” per salvarsi dalla crisi economica e da quella pandemica.
E, allora, tutte le loro energie sono proiettate all’oggi e non c’è spazio per pensare al futuro.
Infine, ci sono imprese che amano “costruire” la Storia e non subirla: imprese folli e geniali, che amano le sfide impossibili, che vogliono “generare” innovazioni e non emularle. L’orgoglio di un territorio e di una comunità sta nel saper stimolare e rafforzare le imprese “visionarie”, fatte da giovani, radicandole nel sapere e nell’esperienza di quelle che, del passato, hanno fatto la loro virtù.
E non ci può essere spazio per quelle che vivono solo nell’oggi, pensando che esso possa essere permanente.
E, allora, quale politica pubblica per le imprese? I sussidi “schiacciano” le imprese sull’oggi, senza indurne un cambiamento per il domani.
Le rendite premiano i patrimoni accumulati in passato dalle imprese in una loro logica risk-adversion.
Il premio economico all’innovazione delle imprese “visionarie”può costituire la “bussola” capace di generare ricadute sociali, ambientali ed economiche nelle comunità e nei territori.
E, quindi, per ostacolare il declino irreversibile di un territorio, c’è una sola priorità per la politica: investire nei “visionari”.

————————————————————-

Intervento pubblicato nell’Osservatorio delle Imprese 2021
Scopri l’Osservatorio delle Imprese >>

Accedi al BigData online con tutte le Partite Iva italiane >>
Bilanci, Report, Visure e Rating in un semplice Click