• Ottobre 16, 2025

Conosciamo il passato? Viviamo il presente? Immaginiamo il futuro?

Conosciamo il passato? Viviamo il presente?  Immaginiamo il futuro?

Sono tre interrogativi che “ruotano” attorno alla vita delle imprese. Ci sono imprese che vivono di solo passato: i loro successi e le loro storytelling costituiscono la base delle loro convinzioni e delle loro barriere al cambiamento – commenta Luca Ferrucci, Professore dell’Università degli studi di Perugia.
Ci sono imprese che vivono di solo presente:
“Primum vivere deinde philosophari” per salvarsi dalla crisi economica e da quella pandemica.
E, allora, tutte le loro energie sono proiettate all’oggi e non c’è spazio per pensare al futuro.
Infine, ci sono imprese che amano “costruire” la Storia e non subirla: imprese folli e geniali, che amano le sfide impossibili, che vogliono “generare” innovazioni e non emularle. L’orgoglio di un territorio e di una comunità sta nel saper stimolare e rafforzare le imprese “visionarie”, fatte da giovani, radicandole nel sapere e nell’esperienza di quelle che, del passato, hanno fatto la loro virtù.
E non ci può essere spazio per quelle che vivono solo nell’oggi, pensando che esso possa essere permanente.
E, allora, quale politica pubblica per le imprese? I sussidi “schiacciano” le imprese sull’oggi, senza indurne un cambiamento per il domani.
Le rendite premiano i patrimoni accumulati in passato dalle imprese in una loro logica risk-adversion.
Il premio economico all’innovazione delle imprese “visionarie”può costituire la “bussola” capace di generare ricadute sociali, ambientali ed economiche nelle comunità e nei territori.
E, quindi, per ostacolare il declino irreversibile di un territorio, c’è una sola priorità per la politica: investire nei “visionari”.

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Intervento pubblicato nell’Osservatorio delle Imprese 2021
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