Catia Bastioli: Modelli di sviluppo circolare come necessità per un futuro possibile

Mai come ora, non possiamo permetterci di affrontare la serie di crisi multiple e interconnesse, in cui la crisi climatica e le tensioni geopolitiche rischiano di alimentare tutte le altre, senza avere uno sguardo sul futuro, trovando risposte al problema dell’indipendenza delle risorse e superando la tragedia dei beni comuni, sfruttati al massimo da pochi e non rigenerati da nessuno.

Gli effetti devastanti dell’economia lineare e dell’eccessivo sfruttamento degli ecosistemi sono sempre più evidenti agli occhi di tutti, con catastrofi in numero e intensità crescente e incalcolabili danni economici e sociali. 

La transizione verso modelli di sviluppo sempre più circolari non è più un’opzione preferibile, ma una necessità per il futuro dell’economia e delle persone. L’attuale scenario dovrebbe far scattare un’accelerazione senza precedenti verso un reale disaccoppiamento dello sviluppo dall’uso delle risorse, imparando a “fare di più con meno”. Questo significa usare meno energia, meno risorse e rigenerare i territori creando ponti tra settori diversi. Come riportato dal Rapporto Green Italy 2022, la bioeconomia circolare ha già dimostrato che è possibile rilanciare la sostenibilità Europea dal punto di vista economico, ambientale e sociale, accelerando la transizione ecologica e potenziando la nostra autonomia e le nostre filiere. 

L’Italia in questo settore è leader europeo con molteplici primati: tecnologie prime al mondo, bioraffinerie in grado di produrre bioprodotti, bioenergia, e sfruttare residui e by-products, l’agricoltura tra le più sostenibili d’Europa e bioprodotti biodegradabili e compostabili calati in progetti sistemici di territorio, pensati per risolvere l’inquinamento di acqua e suolo. 

A fronte di Cina e Stati Uniti che hanno riconosciuto il valore strategico della bioeconomia mettendola al centro delle proprie politiche industriali, una serie di incoerenze nel quadro legislativo europeo rischia di vanificare gli ingenti investimenti pubblici e privati che sono stati fatti negli anni. La sfida è quella di non sprecare ciò che abbiamo costruito finora e fare in modo di trasformare questa multi-crisi senza precedenti in un’opportunità di rigenerazione di un territorio così fragile e così straordinariamente ricco di diversità che è il nostro Paese.

Catia Bastioli – AD Novamont SpA

(riproduzione riservata)

Intervista all’ AD Novamont SpA Catia Bastioli pubblicata nella nuova Edizione de L’Osservatorio delle Imprese 2023

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