La ripresa dell’acciaio italiano: Centro Siderurgico Industriale, l’eccellenza a portata di mano

L’industria dell’acciaio è da almeno un secolo e mezzo parte integrante del sistema produttivo industriale nazionale.
L’acciaio in Italia ha una lunga tradizione industriale caratterizzata dall’eccellenza e dalla flessibilità tipica del Made in Italy. Questo ha consentito alle imprese italiane di mostrare grande resilienza di fronte alle sfide poste dai colossi internazionali, con capacità produttive enormemente più elevate e ai cambiamenti del mercato legati alle diverse modalità di utilizzo dell’acciaio nei paesi ad economie avanzate rispetto alle economie emergenti.
Per questo la siderurgia italiana mantiene un ruolo di primo piano nel contesto economico nazionale ed europeo, essendo la seconda potenza produttiva a livello continentale e la decima a livello mondiale. Esempio virtuoso, in tal senso, è il Centro Siderurgico Industriale, con sede in Umbria, che insieme al Centro Siderurgico Adriatico, realtà acquisite pochi anni fa dal Gruppo Arvedi.

Perché un Gruppo così imponente ha deciso di investire proprio qui in Umbria?
L’abbiamo chiesto ad Antonio Perrone, Amministratore Delegato del CSI che insieme al Vice Presidente Marco Fioriti, ha saputo trasformare questa realtà da impresa ad industria, portandola, in questi ultimi anni, ad addirittura quadruplicare i volumi.
La risposta dunque non si è fatta attendere: “l’Italia oltre ad avere una forte connotazione siderurgica nel nord e nel sud del paese ha l’assoluta necessità di implementare un servizio più delocalizzato perché la catena del valore del siderurgico per i grossi produttori è rappresentata proprio dall’esigenza di verticalizzare. Questo percorso di verticalizzazione iniziato nel Nord Europa dalle grosse acciaierie ha investito in pieno anche il Gruppo Arvedi che delocalizza così a favore della copertura del mercato periferico facendo proprio base in Umbria e nelle Marche.
Il fattore vincente che ha portato al successo il Gruppo Arvedi, a seguito di queste acquisizioni, è sicuramente il fatto che le due realtà avevano già uno spiccato pedigree e in particolare per l’azienda Umbra il valore aggiunto è quello di essere equidistante da tutti i porti più importanti del territorio, cioè di essere essenzialmente baricentrica rispetto al contesto nazionale.
Quando quello che si richiede nel mercato per essere competitivi è il servizio, la rapidità, ma anche la disponibilità ad incontrare le esigenze e soddisfare le richieste del cliente, il Centro Siderurgico Industriale diventa allora leader con i suoi prodotti siderurgici, lastre, lamiere, tubi, e profili aperti, potendo contare sulla totale sinergia con l’acciaieria Arvedi che li supporta mettendo in atto una flessibilità strategica, grazie anche alla produzione di materiali altamente qualificati”.
La produzione mondiale dell’industria siderurgica – ci sottolinea il manager Perrone – ha chiuso quest’ultimo biennio in decisa risalita, grazie soprattutto alla performance dei Paesi emergenti e della Cina.
Un dato controcorrente rispetto al rallentamento del commercio globale e che comporta il potenziale rischio di una crisi di sovrapproduzione. Per questo nell’economia reale di un paese a forte specializzazione industriale come l’Italia, caratterizzato da un comparto manifatturiero assai sviluppato (l’Italia ha la seconda industria manifatturiera dell’Unione Europea, inferiore solo a quella della Germania), la presenza di una solida produzione siderurgica è essenziale per rifornire il mercato interno e contribuire a preservare la base produttiva, contenendo le dinamiche di deindustrializzazione e di marginalizzazione del nostro paese nella nuova divisione internazionale del lavoro.
Analizzando poi la produzione annua di acciaio, ci ricorda Perrone che le produzioni di questo settore sono a monte di una serie di industries di grande impatto: i manufatti in acciaio servono nei settori meccanici, delle macchine utensili, dell’automotive; e inoltre, naturalmente, uno dei settori di sbocco dell’industria siderurgica è quello delle Costruzioni, in particolare nella parte infrastrutturale, dove forte è l’utilizzo dei prodotti lunghi in acciaio.
Per questo al CSI, una realtà che guarda con ottimismo al futuro, puntando sulla professionalità del team, ogni anno vengono messe a disposizione molte ore di formazione, determinanti per il successo di ogni azienda.
Soprattutto per un’azienda del siderurgico in quanto la formazione in questo settore e in quello metalmeccanico è fortemente richiesta perché non esistono scuole di formazione specializzate. L’investimento più importante per il Centro Siderurgico Industriale è dunque quello sul fattore umano.
Al CSI si cerca di formare tutti, dal commerciale alla progettazione alla produzione alla logistica, per essere più problem solving possibile, essendo un’azienda giovane, con un’età media sui 30 anni, ed il personale proviene quasi del tutto dalle zone limitrofe del territorio a rappresentare anche la forte connotazione e valenza etica e sociale.
Il comparto si confronta però, da alcuni anni, con una nuova e straordinaria complessità di problemi, in un crescendo di pressione competitiva internazionale proveniente dai paesi emergenti e dalla Cina, acuita dalla crisi economica, che sta spiazzando la produzione nazionale ed europea; a ciò si associa una crisi ambientale senza precedenti su quegli stessi siti produttivi che hanno trainato per decenni lo sviluppo del settore, come nel caso dell’Ilva di Taranto, dove l’inquinamento derivante da una gestione impropria del più importante polo siderurgico europeo si è scaricata per anni sulla popolazione del territorio circostante.
Per questo nel Gruppo si guarda sempre di più ad un contesto internazionale e sempre più green puntando ad una sostenibilità produttiva dell’industria siderurgica.
Nel contesto europeo sempre più proiettato verso le rinnovabili, il riciclaggio e la riduzione di utilizzo delle risorse naturali, l’industria siderurgica di seconda fusione per la produzione di acciaio può candidarsi a diventareuno dei settori simbolo di industria sostenibile.
Ed è quello che si è dato come obiettivo il Gruppo Arvedi che prevede entro il 2023 un’azienda ad impatto zero con un impianto completamente eco-friendly.
Abbiamo chiesto come ultima cosa all’Ing. Perrone cosa consiglierebbe ad un ragazzo giovane che vuole intraprendere questo lavoro e ci sottolinea come sia fondamentale partire dalle basi e dalle cose semplici e non aver paura di “sporcarsi” letteralmente le mani, perché ne vale veramente la pena.
Il settore metalmeccanico rappresenta la spina dorsale dell’industria italiana e in un mercato come questo pesa ancora molto il prodotto italiano, ancora molto apprezzato dal mercato estero. Un mix unico, fatto di creatività, intraprendenza, gusto, materiali, bellezza, rende le realtà del tessuto imprenditoriale nostrano, eccellenze che fanno scuola in tutto il mondo, in poche parole il “Made in Italy” che ha salvato l’Italia dal default!

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Contributo redazionale pubblicato all’interno de L’Osservatorio delle Imprese 2020, con l’intento di promuovere la Bellezza, i Valori, il Buonsenso Civico e le testimonianze di chi contribuisce a costruire un futuro migliore. Obiettivo è creare il trait d’union tra i giovani, i protagonisti della storia del territorio e le aziende molto spesso fondate su valori importanti e che hanno vissuto un percorso sempre in crescita.