Massimo Mercati: Progettare la Società del Futuro

Massimo Mercati, ABOCA SpA
Protagonista nell’Osservatorio delle Imprese 2024 presentato il 15 Dicembre 2023 in occasione del Galà delle Imprese Acacia Group

L’espressione “Cuore verde d’Italia” ha rappresentato fino ad oggi un modo efficace ed evocativo di rappresentare l’Umbria. Una regione posta geograficamente al centro dello stivale e caratterizzata da borghi pittoreschi inseriti in un contesto rurale. Oggi questa rappresentazione da cartolina è ad un bivio: da una parte può affermarsi sostenendo vere politiche di sostenibilità che potrebbero fare della nostra regione un benchmark a livello europeo, oppure scadere nel greenwashing con conseguente perdita di credibilità e di opportunità di crescita.

L’eredità della recente pandemia è la consapevolezza di come non può esserci salute dell’individuo in un pianeta malato. Un concetto più volte ribadito da Papa Francesco e in linea con il concetto di “One Health” promosso dalle Nazioni Unite e con la filosofia di sviluppo portata avanti da Economy of Francesco, iniziativa capace di movimentare giovani da tutto il mondo e che trova la sua base proprio in Umbria.

Oltre a questi fattori, che vedono l’Umbria poter vantare un contesto ambientale e culturale adatto a sostenere una reale transizione verso nuovi modelli di sviluppo, si deve anche sottolineare come soprattutto negli ultimi anni ci sia stato un deciso movimento verso la sostenibilità di istituzioni ed imprese. In particolare da questo punto di vista, non possiamo non notare che il tessuto imprenditoriale umbro ha delle caratteristiche di unicità che rendono questa nostra regione un banco di prova esemplare  su cui misurare le possibilità di transizione ecologica. Ciò si deve in particolare alla diversa tipologie di industrie ed imprese che operano nel nostro territorio, che vanno dalla grande impresa pesante, alla moda, al farmaceutico, alla produzione agricola di qualità. Questa varietà di imprese costituisce un vantaggio perché presuppone che ci si ponga il tema della sostenibilità in una logica di sviluppo economico che tenga insieme tante diverse anime produttive. 

Si tratta di sfide di notevole portata e per questo dobbiamo avere chiaro il ruolo che istituzioni e imprese devono avere nella definizione delle strategie territoriali: alle prime è richiesto il coraggio di compiere scelte coerenti, mentre per le seconde diventa essenziale porsi l’obiettivo della creazione di valore considerando l’impatto delle proprie attività in una logica di sussidiarietà circolare che metta al centro obiettivi chiari e programmazione di medio-lungo termine.

Non si tratta di scelte utopiche, bensì dell’unica alternativa a visioni di breve termine che dominano solitamente le agende politiche. Già con il Green Deal, l’Unione Europea ha posto al centro del proprio sviluppo sociale, culturale, scientifico ed economico l’attenzione alla sostenibilità. A ben vedere, lo stesso concetto di “sostenibilità” è ormai abusato e, spesso, svuotato di significato. Agire con l’obiettivo di limitare i danni, ridurre le esternalità negative dei processi di produzione non è più sufficiente. Le crisi ambientali (dal cambiamento climatico alla perdita di biodiversità, dall’acidificazione dei mari alla contaminazione da sostanze chimiche delle matrici ambientali) sono problemi interconnessi che richiedono un approccio rigenerativo, volto a migliorare la condizione attuale e non soltanto ad evitare che essa peggiori ulteriormente. 

A livello di impresa ciò significa operare in un’ottica di reale creazione di valore. Bisogna spostare il focus dalle merci alle persone, dal solo profitto al bene comune, vedendo in quest’ultimo il presupposto per il raggiungimento del primo. Ciò chiaramente presuppone un rovesciamento del paradigma attuale, basato esclusivamente sulla generazione di utili, raggiunti anche attraverso lo sfruttamento delle risorse naturali. Le Società Benefit operano partendo proprio da questo presupposto e l’evoluzione che spinge sempre più le imprese del nostro territorio in questa direzione sembra un segno molto positivo sul quale costruire, consolidando il cambiamento culturale e portando sempre più l’Umbria a rappresentare un nuovo modello di sviluppo che potrebbe diventare un punto di riferimento a livello europeo.

Porre questi elementi al centro delle strategie di sviluppo territoriale costituisce una reale opportunità non solo in termini di promozione turistica, ma anche in un’ottica di caratterizzazione del tessuto imprenditoriale, attrazione di capitali e di talenti. Siamo di fronte ad un momento di svolta e se sapremo insistere, coniugando visione e concretezza, potremo fare la differenza e aprire una fase di crescita capace di migliorare le condizioni economiche proprio a partire dalla creazione di valore a livello sociale ed ambientale.

Durante la serata del 15 Dicembre è stato presentato il Progetto CORE, che accompagnerà le imprese verso il primo bilancio di sostenibilità.
CORE, acronimo di community responsability, è l’applicativo web che ti guida ed aiuta nella raccolta dei dati necessari alla realizzazione del bilancio di sostenibilità.
In facili e veloci passaggi ti permette di avere una prima dashboard dei parametri ESG della tua azienda (ambientali, sociali e governance).
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