Carmelo Campagna: Progettare la Società del Futuro

Carmelo Campagna, Vicepresidente Banca Centro Toscana Umbria – Vicepresidente ANFIR – Presidente GEPAFIN
Protagonista nell’Osservatorio delle Imprese 2024 presentato il 15 Dicembre 2023 in occasione del Galà delle Imprese Acacia Group

Mi è stato chiesto di esprimere un commento e azzardare delle proposte per migliorare le condizioni economiche, sociali e ambientali e per orientare lo sviluppo della nostra Umbria; in considerazione delle mie attività professionali sarebbe naturale parlare delle imprese e del tessuto economico, e invece parto da una questione che apparentemente non c’entra niente: il preoccupante calo demografico della nostra Regione.

Problematica che assilla tutta l’Italia lo so ma,  in Umbria a fronte di 845 mila abitanti, quelli sopra a 51 anni sono circa 410 mila, quasi la metà.

Penso sia agevole immaginare le problematiche che questo determina e senza fare una sterile elencazione uno su tutti, l’impatto sul sistema sanitario regionale già in forte difficoltà.

E torno alle imprese, quelle che assicurano lo sviluppo, gli investimenti, i posti di lavoro, la tenuta del sistema sociale; le stesse imprese però che hanno bisogno di manodopera specializzata, di cervelli che conoscono le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale, o anche di semplici operatori di buona volontà. Anche il volano del turismo che è ripartito grazie alle iniziative messe in campo dalla Regione, ha bisogno di personale formato alla cultura dell’accoglienza formato e in grado di gestire le innovazioni, altrimenti anche se arrivano i turisti grazie all’impulso dato all’aeroporto dalla Regione, non troveranno operatori ed imprese in grado di erogare un servizio adeguato alle richieste che cambiano e in questo settore la situazione del personaleè già emergenza.

Allora la scelta primaria dovrebbe essere quella di investire quante più risorse possibili per diventare “attrattivi” per le persone in modo che le stesse decidano di fermarsi nella nostra Regione per vivere,  e contemporaneamente agevolare un progetto di vita a chi c’è già.

La Regione ha fatto un primo passo col bonus di 1.200 euro per le neo mamme e per favorire il desiderio di genitorialità dei giovani umbri: BENE, ora occorre agire sul fronte della capacità di attrare in modo stabile sapendo che non è semplice perché dipende da molteplici fattori;

parliamo di infrastrutture, della percezione della qualità della vita, di servizi sociali e di supporto alle famiglie, di lavoro qualificato, e anche, perché no di svago e di offerta culturale.

Ma il problema più serio in prospettiva deriva dal livello degli stipendi netti dei lavoratori privati under 35 che è più basso mediamente di circa il 14% rispetto al centro-nord, con l’aggravante che l’ Umbria è la prima in classifica per livello di istruzione dei giovani lavoratori spesso costretti ad andare lontano: perdiamo giovani e perdiamo capitale umano che ci è costato formare. 

E allora ecco che ritornano le imprese, che solo in un tessuto attrattivo possono trovare le risorse umane necessarie per un nuovo sviluppo; destinare risorse pubbliche per incentivare le imprese che assumono giovani laureati anche per favorire processi di transizione verso produzioni sostenibili potrebbe essere un tassello del complesso mosaico. Gli incentivi dovrebbero essere finalizzati a trattenere le nostre eccellenze umbre ma anche finalizzati a ricercare specialisti provenienti anche da fuori Regione, ricordando che comunque una delle problematiche più importanti è legata al costo degli affitti delle abitazioni e che quindi anche questo tema costituisce una barriera. 

Non è banale e ognuno deve fare la sua parte: ecco allora che le finanziarie regionali, in sinergia col sistema bancario, possono attivare strumenti di garanzia evoluti,  utilizzando parte dei fondi della nuova programmazione comunitaria, strumenti finalizzati a garantire investimenti per facilitare la inclusione di persone provviste di particolari competenze che provengono da fuori regione al fine di rivitalizzare il tessuto sociale e il mercato del lavoro, e a trattenere le nostre giovani eccellenze.

Una piccola cosa forse, che non produce like sui social, ma da qualche parte bisogna pure iniziare, anche dal punto di vista della sensibilizzazione alla problematica e questo può essere un piccolo seme, altrimenti parliamo di sostenibilità su un terreno arido destinato a franare.

Ma siamo ancora in tempo per lavorare affinchè non frani e i processi ESG in corso possono essere una straordinaria opportunità da cogliere.

Durante la serata del 15 Dicembre è stato presentato il Progetto CORE, che accompagnerà le imprese verso il primo bilancio di sostenibilità.
CORE, acronimo di community responsability, è l’applicativo web che ti guida ed aiuta nella raccolta dei dati necessari alla realizzazione del bilancio di sostenibilità.
In facili e veloci passaggi ti permette di avere una prima dashboard dei parametri ESG della tua azienda (ambientali, sociali e governance).
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