Riccardo Concetti: il Futuro dell’Umbria

Riccardo Concetti, CONCETTI SpA
Protagonista nell’Osservatorio delle Imprese 2024 presentato il 15 Dicembre 2023 in occasione del Galà delle Imprese Acacia Group

Un grande protagonista dell’Ottocento letterario ha chiamato la nostra Umbria “Galilea d’Italia”. Se la immaginava “ridente e austera”, pervasa della spiritualità del nostro Santo. Sarà un po’ uno stereotipo del passato, ma quando rifletto sul futuro della nostra terra penso, in automatico, al “paesaggio francescano”, guardo fuori dalla finestra e fisso gli occhi su Assisi. Diversamente, non riuscirei a riflettere sulla questione coraggiosa e radicale che formula Expo 2025: “Qual è lo stile di vita felice?” 

Vorrei rispondere seguendo la traccia dei tre sotto temi dell’Expo: “Salvare vite”, “Potenziare vite” e “Connettere vite”. 

In primo luogo, perseguire la felicità significa prendersi cura della salute. Spero che l’Umbria non rinunci alla centralità dei suoi servizi sanitari, pubblici e privati. Essi sono indispensabili per tutti, tanto più per una popolazione che, anche con l’avanzare degli anni, vuole mantenere alto il suo stile di vita. Penso alla cosiddetta “silver economy”, che non è solo una fatalità demografica, ma può diventare una scelta consapevole, sostanziata da scelte imprenditoriali e direttive politiche coerenti, così che rafforzino il nostro tessuto economico, fatto di servizi e turismo di qualità. 

“Potenziare vite” mi fa invece pensare alle scuole, agli ITS, alle università, pubbliche e private. Sarebbe bello che l’Umbria del futuro fosse un grande “campus” internazionale, dove menti e talenti confluiscono da ogni parte del mondo; che fosse un crocevia di esperienze e idee, dove cultura scientifica e professionale si fondono con arte, intrattenimento e sport, per creare un clima pienamente umanistico. Credo che la forza della nostra regione sia quella di saper coniugare le materie stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics), di cui ha bisogno la nostra industria, con l’etica e la spiritualità senza le quali il nostro mondo è destinato al nichilismo e alla disperazione? 

“Connettere vite”, infine, mi fa pensare ai trasporti e alle infrastrutture – presenti e, ahimè, talvolta mancanti. Mi auguro che la nostra regione mantenga e, se possibile, sviluppi sempre meglio la sana dinamica che lega i tanti borghi e caseggiati sparsi con i centri cittadini. La vita di tanti noi umbri – non più “di campagna” ma neppure “di città” – può essere ancora di più vivace – e vivibile – se arricchita da soluzioni di mobilità “smart”, ossia veloci, condivise e sostenibili. Voglio dire che per una vita di provincia, che sia d’esempio per uno “stile di vita felice”, è importante agevolare gli spostamenti verso i centri metropolitani, e da lì, connettersi con il mondo intero. E che ciò richiede oggi soluzioni sostenibili, come quelle che prevedono lo “sharing”, “pooling” e una fitta rete di mobilità elettrica. Inoltre, un paesaggio bucolico come il nostro, non può fare a meno di un maggior numero di percorsi ciclabili e pedonabili. D’altronde, san Francesco viveva in maniera sostenibile e andava a piedi, no?

Cura della salute, umanesimo e connessione sostenibile sono le mie parole-chiave per una regione continui ad essere di ispirazione per le generazioni future e riesca a rappresentare quegli ideali di solidarietà, cura dell’ambiente, inclusività e pace da cui la “felicità” non può prescindere. 

Durante la serata del 15 Dicembre è stato presentato il Progetto CORE, che accompagnerà le imprese verso il primo bilancio di sostenibilità.
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