Flavio Cecchetti (SUSA SpA): Guardare al ‘Passato’ per scoprire chi siamo oggi e come saremo domani.

Questo, il punto di partenza per gli imprenditori, quali motori propulsivi tra uomo e natura.

Oggi appuntamento con Flavio Cecchetti (SUSA SpA) che si concentra sull’importanza, per gli imprenditori, di ristabilire un nuovo equilibrio tra ‘Uomo e Ambiente’: per salvaguardare noi stessi, il Pianeta, e le generazioni future.

“Ricordare il Futuro , Anticipare il passato”

Il passato determina il presente e ipoteca il futuro: quindi è al passato che dobbiamo guardare per sapere chi siamo oggi e come saremo nel futuro.

L’azienda è definita dal nostro Codice Civile solo come centro di profitto: mai come oggi si possono vedere i limiti e le distorsioni che un simile concetto comporta! Oggi l’Impresa non può non essere considerata anche come un insieme di donne e uomini che agiscono per realizzare il bene comune come piccola cellula vivente della società. In questo contesto diventa fondamentale il concetto di sostenibilità come impegno al rispetto di tutto quello che è vita nel nostro piccolo, ma bellissimo, pianeta. Se l’Impresa ha contribuito alla distruzione quasi irreversibile della nostra casa comune (il passato), dobbiamo, nel presente, fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per fermare il degrado e ricercare e ristabilire un equilibrio nuovo tra l’uomo e l’ambiente, per salvare noi stessi e il pianeta, ma soprattutto solo così le future generazioni avranno un futuro. 

Ma la paura odierna, anche nostra, che sempre più emerge nel dibattito pubblico è che l’idea di “tornare come prima” possa prevalere sul “vivere un domani migliore”, nel più gattopardesco dei processi di innovazione e cambiamento, cambiare tutto per non cambiare niente.   

Per questo è fondamentale aspirare ad un futuro sostenibile, che rimetta al centro il rapporto tra uomo e ambiente circostante, tra attività umana e risorse disponibili, tra qualità e dignità della vita e del lavoro, senza dimenticarci di nessuno e senza compiere l’errore fatale di tenere come unico riferimento dello sviluppo della specie il profitto, il reddito e il consumo.  

Che grande responsabilità hanno oggi gli imprenditori! Secondo me infatti dovrebbero essere loro, fin da oggi, ad essere il motore propulsivo ed organizzativo di questo nuovo patto tra uomo e natura. Io milito nel partito di Norberto Bobbio che diceva: solo gli stupidi sono ottimisti. 

Speriamo che sbagliava!