Sostenibilità e biodiversità nelle coltivazioni per generare valore per l’ambiente e la collettività

Massimo Mercati
AD Aboca
Relatore del roundtable “Economie dei Territori” all’Economic Challenge 2023 Acacia Group
28-29 Settembre 2023, Assisi – Sacro Convento
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Rigeneratività, un cambio di paradigma

L’approccio di un’impresa rigenerativa si differenzia da quello “compensativo” perché mira a creare un impatto positivo e a rigenerare sia l’ambiente che le comunità in cui opera, invece di limitarsi a correggere o compensare gli impatti negativi derivanti dalle proprie attività. Mentre un’impresa “estrattiva” si limita, nel migliore dei casi, a concentrarsi sulla riduzione dei danni causati dalle proprie operazioni o a offrire compensazioni per tali danni, un’impresa rigenerativa adotta un approccio più proattivo e mira a creare un valore positivo che superi gli effetti negativi.

Tra gli approcci estrattivi-compensativi vi è la “filantropia” redistributiva o anche in molti casi le azioni che ricadono sotto la voce RSI (Responsabilità sociale di impresa, spesso indicata anche con l’acronimo inglese “CSR”, Corporate social responsability). Non si tratta ovviamente di fenomeni negativi (al netto di episodi – sempre più diffusi – di green washing), ma sono spesso insufficienti nei risultati, deficitari nell’approccio.

CSR vs Società Benefit

Quando un’impresa parla di CSR, significa che “può” destinare una parte dei propri ricavi al bene comune, scegliendo di rinunciare a una quota di profitto per scopi sociali, culturali, ambientali. È evidente che si tratta di un atto volontaristico, soggetto anche agli andamenti dell’impresa. In un anno sfavorevole, probabilmente, la CSR sarà la prima cosa a essere tagliata.

Una delle modalità in cui un’impresa può impegnarsi a essere veramente rigenerativa è diventare una società benefit. Una società benefit è una forma di organizzazione aziendale prevista dall’ordinamento Italiano dal 2016. L’Italia è stato il primo Paese in Europa ad adottare un modello del genere, che si sta diffondendo in altri Paesi, come Francia e Spagna. Una Società Benefit per statuto si impegna esplicitamente a raggiungere un impatto sociale e ambientale positivo, oltre al perseguimento del profitto. Questo tipo di impresa incorpora la propria missione sociale o ambientale nello statuto o nell’atto costitutivo e si impegnano a valutare l’impatto delle loro decisioni non solo sugli azionisti, ma anche sugli stakeholder e sull’ambiente. In sostanza, una società benefit è legalmente vincolata a prendere decisioni che bilancino gli interessi degli azionisti con quelli degli stakeholder e dell’ambiente. Tutto il proprio operato deve essere rendicontato e presentato nella relazione di impatto, un documento che viene allegato al bilancio. Non si tratta solo di un esercizio di storytelling, ma di coinvolgere tutta l’impresa nel porsi degli obiettivi, misurarli, verificarli.

Dall’altra parte, la CSR può includere azioni come la riduzione delle emissioni di carbonio, il supporto a cause sociali, il rispetto dei diritti umani nei luoghi di lavoro e l’adozione di pratiche commerciali etiche. Ma come visto la CSR è una scelta che le imprese possono fare per dimostrare il loro impegno verso l’etica e la sostenibilità, non è legalmente vincolante come nel caso delle società benefit. In sintesi, l’approccio di un’impresa rigenerativa si concentra sulla creazione di un impatto positivo e sulla rigenerazione di comunità e ambienti, mentre un’impresa che agisce in modo “compensativo” si limita a correggere o mitigare le proprie esternalità negative.

La società benefit è ancora un’eccezione

Secondo l’articolo 2247 del codice civile con il contratto di società due o più persone conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di una attività economica allo scopo di dividerne gli utili. È evidente, in sostanza, che l’unico scopo di un imprenditore è quello di generare profitto.

Ma questa affermazione, che diamo per scontata e appare insindacabile, non tiene conto del fatto che ogni impresa è in relazione con l’ambiente circostante, con un tessuto sociale, una comunità, un ambiente. Ha senso pensare al profitto del singolo senza un arricchimento complessivo del sistema? L’Italia – prima

dell’affermarsi nel Novecento del neoliberismo -, ha avuto a lungo una forte tradizione di pensiero economico che affermava la vocazione al contempo sociale ed economica dell’impresa.

L’Economia civile si concentra sull’importanza di una visione olistica dell’economia, che tiene conto non solo degli aspetti finanziari, ma anche di quelli sociali, etici e ambientali. Pensatori come Antonio Genovesi e Giacinto Dragonetti hanno posto l’accento sull’idea che l’economia debba essere al servizio del bene comune e contribuire al progresso e al benessere della società nel suo complesso. Oggi è evidente che quel pensiero va riscoperto, che l’utile a tutti i costi è privo di significato, anche perché non può esserci vero benessere, se per conquistarlo esauriamo le risorse, inquiniamo gli ecosistemi, etc.

Questo approccio, che fino a pochi anni fa poteva apparire minoritario, trova sempre maggiore consenso ad ogni livello. Basti pensare al movimento Economy of Francesco, all’Economia del Bene Comune. Ma non è solo un approccio teorico che riscuote la fiducia delle persone, anche le istituzioni finanziarie sempre più guardano in questa direzione. Pensiamo a quando, in questo momento, si parli di ESG. Ne sono un esempio nuove tipologie di prestiti – i cosiddetti “green loan, positive loan”- che ancorano uno sconto del tasso di interessi dovuto dall’impresa al rispetto di alcuni parametri ESG. È ciò che è già successo con noi fin dal 2019 con contratti che abbiamo concluso con BNP Paribas, Banca Etica, BPM, BNL – Unicredit. Un’impresa che investe in fiducia è quindi più resiliente, è un investimento sul futuro .

Rileggendo sotto quest’ottica il codice civile, è però evidente che c’è qualcosa da cambiare. Un’impresa che fa il bene non può essere un’eccezione – così come adesso è la società benefit, che gode di uno stato speciale

– ma dovrebbe essere la regola.

Basta Sostenibilità, la parola chiave è Rigeneratività

Concetti come “sostenibilità” e “green economy” sono abusati e spesso svuotati di significato. Compensare i danni non è più abbastanza, è l’ora di cambiare paradigma e di parlare di rigeneratività.

Per cambiare paradigma e spingere verso la rigeneratività, è necessario promuovere una maggiore consapevolezza, trasparenza e responsabilità nelle pratiche commerciali. Le imprese devono assumersi la responsabilità di valutare e comprendere l’impatto delle proprie attività sull’ambiente e sulla società, e lavorare per integrare soluzioni rigenerative in tutti gli aspetti delle loro operazioni.

Inoltre, è importante coinvolgere la società civile, le istituzioni, gli attori economici e la ricerca scientifica per sviluppare nuove soluzioni e promuovere politiche che supportino la transizione verso una società più rigenerativa. Dal momento che questo cambio di paradigma è possibile solo attraverso il dialogo e l’incontro tra più esperienze, da un anno a questa parte con Aboca abbiamo scelto di entrare in Regenerative Society Foundation

La fondazione è impegnata nella transizione da un modello socio-economico estrattivo a uno rigenerativo, con l’aspirazione di creare valore economico preservando o ripristinando gli ecosistemi con benefici concreti per l’ambiente e il nostro benessere. Immaginiamo una società rigenerativa in cui gli esseri umani vivano in totale armonia con la Natura, senza inquinare, e in cui la maggior parte del consumo provenga da risorse che possono essere rigenerate. Protezione e inclusività sono valori fondamentali per la sicurezza e la felicità degli individui e delle comunità. A fondare e dirigere la fondazione sono Andrea Illy e Jeffrey D. Sachs, hanno aderito importanti aziende – che hanno già sposato il paradigma della Società Benefit -, e il comitato scientifico è composto da personalità come Paolo Vineis, che lo presiede, assieme a economisti, scienziati, architetti. Solo grazie a un lavoro di networking che metta a fattor comune pratiche e conoscenze sarà possibile radicare nelle imprese di oggi e di domani un reale approccio rigenerativo.

ECONOMIC CHALLENGE 2023 ACACIA GROUP
ASSISI, 28-29 SETTEMBRE 2023
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