Giorgio Mencaroni: Intelligenza artificiale, sostenibilità e welfare sono gli asset per l’impresa del futuro?

Il mondo è in profondo cambiamento a tutti i livelli, dai sistemi di convivenza civile ai modelli di produzione e di consumo. I parametri di riferimento a cui tendere, in questo scenario che avanza a grande velocità, non possono che essere i 17 Obiettivi dello sviluppo sostenibile indicati dall’Agenda 2030 dell’Onu: una sfida enorme che richiede un grande cambio di passo, da attuare con politiche coerenti, investimenti lungimiranti e un impegno persistente. 

Nel percorso verso un futuro sostenibile l’Italia ha superato alcuni traguardi importanti, come l’adozione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), varata per la prima volta nel 2017 e rinnovata nel 2022, la trasformazione del CIPE in Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (CIPESS) e l’istituzione del Coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica (CITE). Un cambiamento ancora più significativo è stato quello che ha portato alla modifica della Costituzione Italiana, avvenuta nel 2022, che ha inserito tra i principi fondamentali della Carta (all’articolo 9) la tutela di ambiente, biodiversità ed ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni. 

Tuttavia non siamo ancora su un percorso di sviluppo sostenibile. All’Italia manca una prospettiva integrata delle diverse politiche ambientali, sociali, economiche e istituzionali per la sostenibilità. Dal 2015 a oggi ci sono stati progressi e decisioni positive, ma l’assenza di un impegno unanime e coordinato da parte delle istituzioni, delle imprese e delle forze politiche e sociali impedisce all’Italia di accelerare la transizione e contenere l’aumento delle disuguaglianze. 

La questione non è se intelligenza artificiale, sostenibilità e welfare saranno o no tra i principali pilastri del futuro prossimo. È evidente a tutti che lo saranno, ma bisogna vedere come. Se in maniera ordinata e coordinata oppure con selezioni darwiniane selvagge (ad esempio, l’intelligenza artificiale aumenterà di molto la produttività, ma come gestire la cancellazione di molti posti di lavoro e la nascita di altri profondamente diversi? Quale tipo di welfare può accompagnare questo mutamento inevitabile?). 

Ripeto: le sfide in corso sono di grande portata e, senza una prospettiva integrata delle diverse politiche, rischiamo di andare a sbattere, nel senso di subire i processi anziché orientarli. 

Nel nostro piccolo, come Camera di Commercio dell’Umbria, oltre a mettere al centro della nostra azione la transizione digitale e quella ecologica (in primis energetica) del mondo delle imprese, spingiamo costantemente per l’adozione, in sinergia con le altre istituzioni, con le associazioni di categoria e, più in generale, con le forze economiche e sociali dell’Umbria, di politiche integrate ambientali, sociali, economiche e istituzionali.

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