Vasco Gargaglia: Progettare il futuro per le nostre vite. Preparare i giovani per le imprese di domani: quali criticità e quali punti di forza?

Il futuro è etimologicamente una declinazione dell’essere. Ancora non esiste perché, lungo la linea del tempo, ci sta davanti. Non prescinde dal passato ma anzi lo presuppone: si sviluppa attimo per attimo pieno di promesse o di minacce.

E proprio questo è il punto, visto che i dati parlano chiaro: a meno di clamorose inversioni di tendenza, che comunque si dipanerebbero solo nel lungo periodo, il futuro vede un’Umbria più vecchia e quindi potenzialmente più fragile. La vera sfida è come prepararsi a questo mutamento sociale che ha già ricadute dirette su ogni aspetto della nostra società. 

L’Europa ci indica nelle transizioni gemelle – quella digitale e quella della sostenibilità – il nostro futuro: sono percorsi che vanno certamente intrapresi ma purtroppo da soli non basteranno a colmare i gap che il calo demografico determinerà. Si tratta di strumenti e non di visione, pertanto ci vuole altro, insieme ad una buona dose di ottimismo. 

Oltre a misure emergenziali che riattivino nel lungo periodo la natalità, occorre fin da subito ripensare molti ambiti della nostra società: la sanità, la previdenza, l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, la contrattazione collettiva, la formazione, il sistema scolastico, l’invecchiamento attivo, la resilienza dei borghi e, non ultima, la gestione delle città attraverso una sapiente integrazione tra pubblico e privato nella rigenerazione urbana. 

Questo presuppone un riformismo che non sempre ha visto il Paese brillare, al netto delle soluzioni di facciata. Occorrono iniziative di sostanza. 

Lo dobbiamo ai giovani umbri e italiani che mai come ora si sentono confusi e indifesi perché privi di punti di riferimento solidi e con poca prospettiva: l’esodo costante ed emorragico cui abbiamo assistito finora passivamente ne è il chiaro terminale. 

Per loro dobbiamo imbastire una scuola che esca dalle rigidità autoreferenziali dei Ptof e un’Università che si apra alle imprese non per precetto ma per condivisione dei percorsi. 

Per loro dobbiamo mostrare il bello dell’investire in Umbria, anche come futuri imprenditori, dandogli concrete opportunità che li invitino a restare e ne scoraggino la fuga. 

Per loro dobbiamo valorizzare gli attuali imprenditori che puntano al merito e pagano il giusto compenso, disdegnando contratti collettivi capestro. 

Per loro dobbiamo rendere le nostre città sempre più luoghi sicuri di socializzazione, innovazione e lavoro, al di là degli slogan sulle smart city.

Per fare questo dobbiamo mettere in discussione tanto del nostro status quo. 

E se è vero che, come diceva Eleanor Roosevelt, il futuro appartiene a coloro che credono alla bellezza dei propri sogni, questo sogno lo dobbiamo a quel futuro che sono i nostri giovani.

ECONOMIC CHALLENGE 2024
“Progettare il futuro per le nostre vite”
12 OTTOBRE 2024 – Perugia – San Francesco al Prato
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