Ascoltiamo sempre con attenzione manager, imprenditori, professionisti e consulenti per captare e suggerire soluzioni percorribili per affrontare il post pandemia e instradare l’Italia verso una ripartenza.
Le loro esperienze e la resilienza quotidiana, in una situazione difficile come quella che stiamo vivendo, crediamo possano essere il giusto esempio per farsi ascoltare anche da Governo e Istituzioni.
Imprese devastate economicamente e talvolta anche psicologicamente; e ancora non è prevedibile quali saranno le conseguenze sull’economia e quanto tempo occorrerà per tornare alla stabilità.
Abbiamo ascoltato Antonello Palmerini, imprenditore affermato alla guida del Gruppo Palmerini, impresa di famiglia con oltre 60 anni di storia e di successi.
Come giudica le misure adottate dal Governo e quali suggerimenti alle istituzioni locali per favorire e rilanciare chi fa impresa?
“Tardive nella tempistica, tra l’annuncio degli incentivi e la conclusione dell’iter burocratico, abbiamo riscontrato un ritardo insopportabile, in particolare per le piccole e medie imprese. Ora, dopo una serie di interventi a pioggia, sarebbe opportuno concentrarsi sul tessuto produttivo del Paese, aiutare un’impresa o un artigiano, significa tutelare il lavoro delle famiglie che ne fanno parte. E’ venuto il momento di alleggerire la tassazione, adeguandola al mercato europeo e snellire la burocrazia che incide pesantemente nella gestione delle aziende. Di contro, per far si che il sistema possa reggere, ci vorrebbe un aumento dei controlli e applicare con severità i provvedimenti opportuni, agli eventuali evasori. Il peso del fisco, unitamente alla moltitudine degli obblighi amministrativi da assolvere, sono zavorre che devono essere ridimensionate, se vogliamo far ripartire il Paese velocemente. E la rapidità è un imperativo”.
Quale il futuro del suo settore?
“Premetto che noi operiamo nel comparto automotive (post vendita) ed in un comparto specialistico (meccanica industriale oleodinamica), che trova applicazione in svariati campi.
Nel settore autoricambi, siamo moderatamente ottimisti, considerato che la mobilità è un’esigenza irrinunciabile e che, nei momenti di ristrettezze economiche, la riparazione dei veicoli è preferita rispetto l’acquisto del nuovo. Nel settore meccanico, prevediamo una flessione più marcata ma, considerata la varietà di settori in cui interveniamo, prevediamo di contenere la flessione di fatturato entro il 2020, per ritrovare il nostro trend, a partire già, dal 2021″.
Che Italia, e che Umbria, dobbiamo aspettarci in futuro nell’ottica di questa “nuova normalità”?
“In me prevale l’ottimismo, ma credo che ci sarà bisogno di tanta solidarietà, tra tutti i componenti della società civile. Immagino un Paese a due velocità, dove ci sarà chi potrà recuperare il trend lavorativo, in tempi relativamente brevi, mentre invece ci saranno altri che, occupando settori marcatamente condizionati dal distanziamento sociale, dovranno attendere anche fino al 2021, prima di riprendere la propria attività. (Penso al mondo dello spettacolo, alla ristorazione per eventi, al turismo in genere e ai trasporti turistici, ecc.) Per queste categorie, che rappresentano famiglie, ma anche consumatori, occorre l’attenzione di tutti, affinché riescano a superare il periodo di stallo. Semplicemente, credo sia opportuno orientare le nostre scelte quotidiane, privilegiando le aziende locali o, quantomeno, nazionali. Mai come nel prossimo futuro, sarà fondamentale il “gioco di squadra”, dove per squadra si intende il nostro Territorio”.