Sono passati quattro anni esatti dal terribile sisma che ha colpito Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche. Terremoto Centro Italia e Covid, due occasioni di ripartenza e di ricostruzione per il nostro Paese.
Il 24 agosto 2016 un violento terremoto piegò alcune regioni del Centro Italia: Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria. Quattro anni dopo è ancora lontana una ripresa della normalità, resa ancora più difficile dall’arrivo della pandemia. Terremoto e Covid, due fenomeni così diversi ma così uguali, almeno nella scia di dolore che si lasciano dietro nella sfera più intime delle persone. Terremoto e Covid, due occasioni di ripartenza e di ricostruzione per il nostro Paese, da non sprecare.
2016, la terra tremò
Alle 3:36 del 24 agosto 2016 una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 tra i comuni di Accumoli e Arquata del Tronto sconvolse il centro Italia, provocando centinaia di vittime. Gente del posto, uomini, donne e bambini ma anche turisti. Una furia che in pochi secondi ha spazzato via palazzi, case, vite. Macerie, polvere, grida e paura in una notte agostana che nessuno mai dimenticherà.
Quel terribile sisma colpì, tra gli altri, in maniera devastante, il borgo di Amatrice, nel reatino. Seguirono nei mesi successivi altre forti scosse come quelle del 26 e del 30 ottobre nel Centro Italia già lacerato. Vittime e migliaia di sfollati, almeno 40 mila senza un tetto sopra la testa in cui piangere le ferite o affrontare questo lutto devastante.
Terremoto Centro Italia oggi
Dopo quattro anni e ben quattro commissari straordinari per la ricostruzione nelle aree colpite dal sisma del centro Italia, lì è ancora tutto fermo. In quelle zone ancora spettrali regnano paura, macerie, spopolamento, lentezza burocratica e rabbia. Ma non c’è posto per lo scoraggiamento. Soltanto poco più del 3% delle 80mila abitazioni dichiarate inagibili è oggi di nuovo utilizzabile, tra le 13.900 domande inviate per richiedere il contributo ai lavori. Ci sono ancora 41 mila persone senza casa e che vivono in soluzioni abitative di emergenza provvisorie, in alberghi o nei famigerati container. A rilento anche la ricostruzione pubblica. Giovanni Legnini, il commissario succeduto a Piero Farabollini, Paola De Micheli e Vasco Errani, assicura che le nuove ordinanze varate da febbraio ad oggi, insieme ad alcune norme inserite nel decreto semplificazioni, nel Cura Italia e nel decreto Agosto, potranno sbloccare questa situazione di stallo.
Il cratere alle prese con il Covid-19
Nelle zone del cratere, così come nel resto d’Italia, si fa i conti anche il Covid. L’emergenza sanitaria da coronavirus più volte è stata accostata ad una guerra o a un terremoto, specialmente dal punto di vista emotivo e alla scia delle conseguenze che questi fenomeni si trascinano. A pagare cara la pelle siamo sempre noi, le persone. Se per molti il lockdown è stato un sacrificio insormontabile, per chi lo ha trascorso in soluzioni abitative di emergenza, con fuori dalla finestra macerie, tristezza e la morte nel cuore, il confinamento sociale sembrava non finire mai. Il Covid rallenta ancora di più la macchina burocratica della ricostruzione e mette in pericolo la salute dei terremotati che vivono ancora nei container tra muffa, caldo afoso d’estate e freddo durante l’inverno. Solo a Tolentino, nel maceratese, vivono circa 200 sfollati, senza casa dopo il sisma del 2016. Dormono in stanze anguste, condividono bagni e mensa con altri sfollati e questa condizione rende difficile mantenere il distanziamento, importante invece per evitare il diffondersi del coronavirus.
Terremoto e Covid, “stessi disturbi”
L’attuale emergenza sanitaria intaccherà la salute e il benessere mentale di molti individui per periodi a breve e a lungo termine. Uno studio condotto in Italia parla di un tasso elevato di presenza di disturbi, come ansia depressione, stress e insonnia e altri disturbi mentali. Ma le situazioni di crisi provocano anche comportamenti dannosi e autolesionisti. Secondo gli studiosi, questi sintomi sono conseguenti ad eventi come attacchi terroristici, sparatorie, terremoti o uragani, che cambiano improvvisamente e in maniera profonda la vita di tutti i giorni.
Sisma e Covid, ripartire e ricostruire
Cosa accomuna il terremoto del Centro Italia e il Coronavirus? La parola ripartenza. La necessità di ricostruire il paese. La voglia e il bisogno di una seconda rinascita. Certo, la burocrazia è da sempre nemica di iniziative di questo genere, ma la forza di non mollare ci appartiene. L’arte di arrangiarsi e di rimboccarsi le maniche gli italiani ce l’hanno nel DNA. Non sprechiamo queste due importanti occasioni. Ci sono esempi virtuosi, privati che ci insegnano che la ricostruzione post terremoto e nonostante il Covid è possibile.